Quando abbiamo maturato l’idea di un’associazione attorno alla figura di Franco Ruta, la prima questione che ci siamo posti è stata quella del nome. E se scegliere proprio il suo poteva sembrare la scelta più ovvia, sapevamo anche che sarebbe stata quella più impegnativa.
Perché dare un “nome” a una persona o a una cosa non vuol dire semplicemente identificarla e distinguerla dagli altri – questo nella cultura ebraica e nella tradizione biblica è molto chiaro -, significa anche conoscere quella cosa o quella persona, significa quasi possederla: esso infatti ne rappresenta l’essenza, la natura, la funzione, l’attività.
Allora, chiamando “Franco Ruta” questa associazione, abbiamo assunto innanzitutto l’impegno di cogliere lo stile, l’essenza, oserei dire l’anima di Franco.
Quando abbiamo maturato l’idea di un’associazione attorno alla figura di Franco Ruta, la prima questione che ci siamo posti è stata quella del nome. E se scegliere proprio il suo poteva sembrare la scelta più ovvia, sapevamo anche che sarebbe stata quella più impegnativa.
Perché dare un “nome” a una persona o a una cosa non vuol dire semplicemente identificarla e distinguerla dagli altri – questo nella cultura ebraica e nella tradizione biblica è molto chiaro -, significa anche conoscere quella cosa o quella persona, significa quasi possederla: esso infatti ne rappresenta l’essenza, la natura, la funzione, l’attività.
Allora, chiamando “Franco Ruta” questa associazione, abbiamo assunto innanzitutto l’impegno di cogliere lo stile, l’essenza, oserei dire l’anima di Franco.
Ciò che ci ha sempre colpito di lui è un contrasto forte, quasi violento, tra la sua fisicità – flemmatica e sobria – e la vivacità del suo spirito, la lungimiranza del suo pensiero, la sua capacità di tessere relazioni significative.
C’è un passo di una delle sue vecchie interviste in cui Franco dice: “La qualità è lenta, ma alla lunga vince”.
Mi ricorda Bonhoeffer, che in un passo di “Resistenza e resa” diceva: “Culturalmente la ricerca della qualità è simile al ritorno dalla radio e dal giornale al libro, dalla frenesia al silenzio e alla calma, dalla dispersione al raccoglimento, dall’esteriorità all’interiorità, dal virtuosismo all’arte, dallo snobismo alla modestia, dalla smisuratezza alla misura.
Le quantità sono in concorrenza le une con le altre, le qualità si integrano”.
L’attività di un’associazione che porti degnamente il nome di Franco Ruta dovrà dunque avere questa capacità di dare vita ad iniziative culturali, formative, informative, che permettano alle idee e alle intuizioni di Franco di essere lievito prezioso per il contesto socio-culturale di questo territorio.
Quindi immagino poche iniziative, misurate, esemplari, significative, critiche e – perché no – visionarie, cioè capaci di guardare lontano come lui sapeva fare.
Diceva ancora Franco, a chi gli chiedeva il segreto del suo successo, che “il segreto è non avere segreti”. In quest’affermazione ci sono due grandi significati: se tu fondi il tuo successo sul segreto, sul possesso di un’informazione che gli altri non hanno, dovrai difenderti da tutti, il tuo successo sarà temporaneo e non potrai mai essere agente di sviluppo; se invece il tuo successo si fonderà sul fatto di non avere segreti e dipenderà piuttosto dalla passione, dall’intelligenza e dalla laboriosità, esso sarà duraturo e si trasformerà in un formidabile agente di sviluppo per il tuo territorio.
Il presidente
Antonello Buscema
Lo statuto
Col desiderio di ricordare la figura di Franco Ruta, titolare dell’Antica Dolceria Bonajuto e promotore della riscoperta del cioccolato artigianale di Modica e delle ricerche condotte attorno alla sua storia, ma anche di un’ampia serie di attività culturali che dalla sua città hanno toccato il resto d’Italia e del mondo– dalla fondazione del Museo Etnografico alla incessante attività fotografica, archivistica ed editoriale –e col desiderio di raccoglierne l’eredità, portandola nel futuro attraverso una serie di iniziative da condurre nel solco delle sue idee e della sua visione culturale, abbiamo costituito l’associazione culturale denominata “Franco Ruta”.
Gli organi
Presidente
Concetta Bonini
Vice Presidente
Pinuccio Lavima
Segretario
Pierpaolo Ruta, Antonio Sichera, Salvatore Cannata, Tino Iozzia
Consiglieri